(Sesto Potere) – Forlì – 31 maggio 2022 – Successivamente all’approvazione del nuovo Regolamento della polizia locale del Comune di Forlì, che include alla voce “strumenti di autotutela” anche la possibilità da parte degli agenti di utilizzare anche i bastoni estensibili, la Prefettura di Forlì-Cesena ha richiesto all’ente una serie di precisazioni che sono state valutate nel corso di una commissione consiliare che s’è svolta il 24 maggio in Municipio.
Nell’occasione, il vicesindaco di Forlì , con delega alla sicurezza, Daniele Mezzacapo , ha spiegato che questi bastoni estensibili, trattandosi di strumenti di difesa si potranno utilizzare anche “quando deve essere applicato un trattamento sanitario obbligatorio”.
Sull’utilizzo e la tempistica dell’eventuale impiego di questo supporto s’è pronunciato in commissione anche il dirigente comunale e comandante ad interim della polizia locale, Michele Pini.

Oggi, in merito a questo dibattito, circa settanta medici, psichiatri e professionisti hanno sottoscritto una lettera aperta fortemente critica delle esternazioni di Mezzacapo.
“La gravità di questa dichiarazione, da parte del vicesindaco, stà nel tradire se non ignorare, il dettato e prima ancora lo spirito della legge di riforma sanitaria del 1978, in materia di assistenza psichiatrica, la delibera regionale dell’applicazione della legge con l’istituzione dei Dipartimenti di salute mentale e Dipendenze patologiche (Dsm-Dp), il regolamento regionale e aziendale per la proposta e l’esecuzione del Trattamenti sanitari obbligatori (TSO). La cosa ancora più grave è il misconoscere le buone pratiche dei Dipartimenti di salute mentale (DSM) dei Comuni limitrofi appartenenti alla stessa Ausl. Tanta non conoscenza delle leggi nazionali, regionali e aziendali è davvero inammissibile se si ricopre un ruolo istituzionale”: hanno scritto i medici e psichiatri nel loro documento.
“Forlì non merita questo arretramento a pratiche medievali nel campo della salute mentale.Siamo sicuri che il Sindaco del Comune di Forlì vorrà intervenire, con i provvedimenti che riterrà opportuni, per sanare un dibattito che se alimentato da queste dichiarazioni, rischia di assumere aspetti e toni che non hanno nulla di democratico, per una città civile che ha sempre difeso i diritti alla libertà e alla salute nella sicurezza delle leggi vigenti”: conclude la lettera aperta formata da 70 medici e psichiatri.