(Sesto Potere) – Modena – 20 luglio 2022 – Fa discutere il sostegno del governo al settore dell’autotrasporto attraverso un credito d’imposta al 28% sul carburante, attraverso la proceduta del click day.
“Quello che è emerso nell’ultimo incontro tra i dirigenti del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e le associazioni di rappresentanza presenti all’Albo dell’Autotrasporto sulle modalità operative per ottenere il tanto attesto credito di imposta pari al 28% degli acquisti di carburante per veicoli Euro V e VI nel primo trimestre 2022 (che dovrebbe corrispondere a circa 0,40 centesimi al litro), sta scontentando tutti gli imprenditori. Una procedura oltremodo complessa e farraginosa per le piccole aziende e che garantisce solo una piccola parte dei crediti dovuti ai grandi gruppi e che fino a pochi mesi fa arrivavano in modo automatico ed efficiente attraverso i rimborsi accise che il Governo ha sospeso dal 21 marzo scorso”: commenta Cinzia Franchini, (nella foto in alto), imprenditrice modenese e presidente di Ruote Libere, associazione autonoma di piccoli imprenditori del trasporto merci conto terzi.

“Gli unici a non esprimere disagio e a non protestare sembrano essere i vertici delle vecchie associazioni chiamate a rappresentare il settore. Associazioni che continuano a parlare di “bonus” o “ristori” fingendo di non comprendere che attraverso queste somme viene solo parzialmente restituito agli imprenditori ciò che è stato tolto loro con la sospensione del rimborso ordinario delle accise a partire dal 21 marzo scorso. Un paradosso specchio di una scollatura insanabile tra questi enti e il mondo reale”: aggiunge Cinzia Franchini.
“Le piccole realtà artigiane, per tentare di difendersi dalla selva burocratica immaginata dal Governo e per cercare di vincere la folle corsa al ‘click’ più veloce, saranno costrette a rivolgersi o un commercialista o alle solite associazioni perdendo così una fetta del dovuto. Le grandi aziende di autotrasporto d’altra parte, pur vantando crediti per milioni di euro, otterranno, forse a ottobre, l’importo massimo di 400mila euro, e il resto chissà quando con una procedura ancora tutta da inventare presso l’Unione Europea – continua Cinzia Franchini -. Ricordo infatti che il Ministero ha chiarito che verrà utilizzato il modello della domanda con il click day. Le aziende dovranno compilare un documento con le targhe dei veicoli Euro V e VI, superiori a 7,5 tonnellate, e il valore del gasolio acquistato per tali mezzi nei primi 3 mesi dell’anno. Una volta eseguito questo rendiconto documentale, il file dovrà essere caricato insieme alla domanda dalle stesse aziende, a partire dalla data e dall’ora stabilite dal Ministero, su una una piattaforma informatica ad hoc che verrà predisposta dall’Agenzia delle Dogane. A questo punto verrà definito un ordine delle richieste sulla base dell’orario di presentazione fino all’esaurimento dei 500 milioni di euro messi in campo. Insomma, vince il più veloce”.

“Ogni domanda – aggiunge la presidente di Ruote Libere – avrà un valore di credito di imposta massimo di 400.000 euro per azienda (compreso il rimborso AD Blue), mentre, ed è qui che arriva la mazzata, per le aziende che vantano crediti maggiori ai 400.000 euro dovrà essere attivata una procedura autorizzativa europea specifica fino a 2,3 milioni. Procedura della quale nulla sappiamo. Non solo: il Ministero stima che verranno presentate 40.000 domande, questo significa che a fronte di 81.025 aziende iscritte all’Albo con veicoli nel primo trimestre 2022, 41.000 aziende resteranno tagliate fuori dagli aiuti. Certo, sono quasi tutte aziende che non possiedono mezzi Euro V ed Euro VI, ma non possiamo permetterci di dimenticarci di queste realtà in un momento così difficile”.
“Dopo mesi di attesa le imprese di autotrasportato ormai in agonia si trovano dunque a fare i conti con un meccanismo che inevitabilmente provocherà un ulteriore allungamento dei tempi necessari per ottenere risorse vitali, risorse che i grandi gruppi rischiano addirittura di non vedere mai. Nella filiera immaginata ad arte sono infatti coinvolti diversi ministeri e non è sbagliato pensare che serviranno ancora mesi per espletare l’intera procedura. Mesi che possono significare la vita o la morte delle attività imprenditoriali – chiude Cinzia Franchini -. Ruote Libere nei giorni passati aveva chiesto, inascoltata, al ministro Giovannini e alla vice ministra Bellanova di snellire e semplificare le procedure e invece oggi ci troviamo di fronte a questo piano, individuato dal Mims con il beneplacito delle associazioni che siedono all’Albo, che va nella direzione diametralmente opposta”.