(Sesto Potere) – Roma – 22 maggio 2023 – In tre anni, dal 2019 al 2022, le imprese attive nel settore agroalimentare sono diminuite di 21mila unità: una riduzione del 2,6% rispetto al solo 0,2% del totale economia. Lo ha fatto rilevare il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, intervenuto al convegno di Italmercati e Ambrosetti sui mercati agroalimentari all’ingrosso.
Sempre nello stesso periodo, nel mondo agroalimentare si è registrato un avvio di riorganizzazione che ha visto un crescente aumento delle forme societarie (+5,9%) con una progressione decisamente superiore rispetto al totale economia (+0,8%).
“Favorire questi processi di aggregazione, in ottica sostenibile e digitale – ha detto Prete – può essere la strada per rendere più forti, equi e stabili i sistemi produttivi agricoli e alimentari, incentivando modelli organizzativi integrati come la cooperazione di filiera, i distretti del cibo, le reti d’impresa lungo la filiera, i consorzi di tutela“.
Prete ha riconosciuto il ruolo importante dei mercati agroalimentari all’ingrosso anche per calmierare la forte spinta all’aumento dei prezzi ed ha aggiunto che “come Camere di commercio dobbiamo rispondere alle esigenze di innovazione tecnologica del comparto dove rileviamo ancora un gap nell’approccio alla trasformazione digitale: in una scala di valori compresa tra 1 e 4, la maturità digitale delle imprese agricole si attesta su 1,68 contro i 2,09 del totale imprese“.
Le Camere di commercio, attraverso i PID (Punti Impresa Digitale) dal 2018 ad oggi hanno raggiunto circa 3.500 aziende agricole – per aiutarle ad affrontare il tema dell’intelligenza artificiale e dell’agricoltura di precisione.
“L’ultimo triennio ha visto un numero record di poli-crisi: dalla più grande pandemia in oltre 100 anni, all’invasione militare di un Paese nel cuore dell’Europa, fino alla crisi inflattiva ed energetica, alla disruption delle catene di approvvigionamento e agli effetti sempre più
distruttivi del cambiamento climatico, solo per citarne alcune. Questa condizione di “perma-crisi”, ovvero una crisi permanente caratterizzata dal susseguirsi e sovrapporsi di situazioni di emergenza, può però essere humus fertile per la creatività degli imprenditori italiani, per loro natura ottimisti e innovatori. In questo scenario, la filiera agroalimentare estesa resta uno dei comparti più rappresentativi del Made in Italy nel mondo e un asset competitivo strategico per la ripartenza del Paese, con performance di crescita molto significative nei principali
indicatori economici-occupazionali: 226 miliardi di Euro di fatturato nel 2022 (+4,2% rispetto al 2015), 64 miliardi di Euro di Valore Aggiunto (+6,1% vs. 2015), 1,4 milioni di occupati (+3,2% vs. 2015) e un export che per la prima volta ha sfondato il tetto dei 60 miliardi di Euro. All’interno della filiera agroalimentare estesa, i Mercati agroalimentari all’ingrosso rivestono un ruolo cruciale quale punto di incontro tra domanda e offerta di prodotti freschi“: ha evidenziato Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti.